Considerazioni finali

 

 

Siamo dunque giunti al termine del nostro viaggio che ci ha portato a chiarire alcuni aspetti del problema-impatto, ma prima dei saluti di rito (accompagnati dalla richiesta di segnalarmi senza indugio eventuali errori o dimenticanze presenti nelle mie pagine, nonché suggerimenti per renderle migliori) mi si consenta di presentare alcune considerazioni su "quanto reale" possa essere il rischio di dover fare i conti con un oggetto proveniente dallo spazio interplanetario presentando alcuni dati storici.
Si è già accennato al fatto che il problema della caduta di sassi più o meno grossi dal cielo non ha come protagonisti solamente i N.E.O., ma coinvolge anche tutta quella serie di eventi minori che vengono genericamente classificati con in termine di fenomeni meteoritici.
E' stato calcolato che mediamente in un anno cadono sulla terra circa 200.000 tonnellate di materia interplanetaria, dall'impalpabile polvere cosmica a oggetti molto più massicci, ma fortunatamente la nostra atmosfera fa egregiamente il suo dovere di scudo protettivo e tutto (quasi sempre) si risolve con qualche spettacolare effetto pirotecnico (i bolidi) e qualche nuovo meteorite che va ad arricchire le nostre conoscenze sul passato del nostro Sistema Solare.
Quasi sempre…

A proposito dell'entità del rischio per la popolazione nell'eventualità di una caduta meteoritica spesso si sente affermare che certamente esiste la possibilità che qualche essere umano possa essere colpito, ma tale circostanza è talmente remota che non è proprio il caso di preoccuparsi, trattandosi di una eventualità considerabile solo come speculazione statistica.
Sinceramente non sono in grado di giudicare se tale affermazione abbia solide radici e si basi su studi statistici accurati o piuttosto non sia un luogo comune che la nostra esigenza innata di tranquillità e sicurezza ha provveduto a materializzare: una sorta di affermazione scaramantica che un alone pseudo-scientifico contribuisce a rendere più credibile.
Ma un numero sempre maggiore di testimonianze che ci indicano l'esatto contrario sta letteralmente demolendo tale nostra tranquilla sicurezza...

Si tratta senza dubbio del meteorite più famoso: la Pietra Nera, collocata all'esterno di uno degli angoli della Kaaba, il piccolo santuario posto al centro della grande moschea della Mecca,  meta del pellegrinaggio dei fedeli musulmani.
La tradizione vuole che la Kaaba sia stata costruita da Abramo e Ismaele su fondamenta poste da Adamo stesso.
La struttura d'argento protegge un meteorite di una trentina di centimetri considerato dai musulmani un dono del cielo inviato ad Adamo per consolarlo dopo la cacciata dal paradiso.


Ricerche storiche affiancate da analisi fisico-astronomiche fanno emergere dalle più svariate fonti un gran numero di racconti che parlano di persone e animali uccisi o feriti da cadute meteoritiche, costruzioni incendiate dal "fuoco del cielo", edifici distrutti o gravemente danneggiati.  E non si possono sbrigativamente classificare tutti questi episodi come frutto dell'ignoranza dei nostri avi, parto della loro fervida immaginazione, spiacevole conseguenza di quei secoli bui nei quali credenze e superstizioni diventavano certezze inappellabili.
Come giustamente sottolinea J.S. Lewis nel libro "Rain of Iron and Ice" bisogna distinguere quelli che sono i fatti dalle possibili interpretazioni, e mentre su queste ultime si possono avanzare (forti delle nostre più accurate conoscenze scientifiche) alcune ragionevoli perplessità, di fronte al fatto oggettivo dobbiamo convenire che giochiamo alla pari con le persone che alcuni secoli fa sono state testimoni ed hanno tramandato l'avvenimento.
La capacità di associare un avvenimento alla causa immediata che l'ha provocato e della quale si è stati testimoni non richiede necessariamente di conoscere a fondo il fenomeno e le sue leggi fisiche, ma unicamente di aver visto quanto è accaduto.  Se ad un testimone dovesse essere richiesta anche la competenza su quanto testimonia, il sistema giudiziario di ogni paese del mondo sarebbe radicalmente sconvolto, giungendo magari all'assurdo che per testimoniare su un delitto si debba essere giocoforza laureati in medicina…
Normalmente ciò che viene richiesto ad un testimone è semplicemente riferire i fatti relativi ad un evento al quale ha assistito, cercando di lasciare da parte le proprie conclusioni. E' comunque logico aspettarsi che alla semplice registrazione del fatto si possa inevitabilmente affiancare il tentativo di una sua interpretazione, e questo tentativo utilizzerà gli strumenti che la cultura e le conoscenze mettono a sua disposizione, portando inevitabilmente, nel caso di conoscenze errate, a deduzioni assolutamente inaffidabili.
Non succede forse così anche ai nostri giorni quando leggiamo differenti giornali e possiamo notare come da un medesimo fatto emergano diverse interpretazioni? (L'esempio diventa marcatamente più evidente se i fatti in questione sono episodi avvenuti nel corso di una partita di calcio….)
Se la testimonianza in oggetto diventa il racconto di un episodio tutt'altro che comune quale la caduta di un corpo celeste sulla Terra e dell'inevitabile trambusto che ciò possa comportare è evidente che il racconto venga considerato con maggiore sospetto.
Un elemento che ha sempre giocato a sfavore delle testimonianze del passato è sicuramente stato il linguaggio usato nella descrizione, similitudini e accostamenti troppo infantili e, alla fin fine, inaccettabili per la cultura dei nostri giorni.  Ma ogni racconto è figlio della sensibilità e del patrimonio culturale dell'epoca e dell'ambiente che lo ha generato e accostamenti a "rombi di tuono", "fuoco dal cielo", "grandine infuocata", "fragore di carri" sono certamente curiosi per noi ma rappresentano lo sforzo di raccontare fatti straordinari attraverso il linguaggio quotidiano di gente comune.
E come non ci pone alcun problema il racconto di un testimone della caduta del meteorite di Fermo (in provincia di Ascoli Piceno) alle 17.30 del 25 settembre 1996 descritta come caratterizzata da un forte rumore "simile a quello che fa un elicottero", così non ci dovrebbe stupire il racconto molto più antico che possiamo trovare nella Bibbia:

Mentre essi fuggivano dinanzi ad Israele ed erano alla discesa di Bet-Oron il Signore lanciò dal cielo su di essi come grosse pietre fino ad Azeka e molti morirono.
Coloro che morirono per le pietre della grandine furono più di quanti ne avessero ucciso gli Israeleiti con la spada.

(Giosuè 10, 11)

Non intendo certamente, con questo, suggerire un'interpretazione letterale del testo sacro (si vedano a tal proposito le considerazioni riguardanti i racconti del Diluvio presentate alla mia Flood Page), ma neppure etichettare il racconto come pura fantasia con evidenti scopi "propagandistici"…
La sfida da raccogliere è quella di riuscire ad individuare (ammesso che questo sia possibile) quanto ci sia di accettabile dal punto di vista scientifico e storico e quanto sia, invece, da relegare nell'aspetto mitico e fantastico.
La mia impressione è che, spesso, nell'affrontare situazioni come quella citata poc'anzi non si accetti la sfida con il giusto equilibrio e si propenda (spesso purtroppo con ragioni aprioristiche) per uno dei due estremi considerando, inevitabilmente, l'altro come fervido frutto di una fantasia sfrenata.
In altre parole: tra il tutto vero e il tutto inventato vi è una possibile posizione intermedia, suggerita non da pilatismo e neutralità a tutti i costi, ma dalla consapevolezza che un racconto, per quanto fantastico possa sembrare, possa affondare le sue radici in esperienze concrete, non necessariamente vissute in prima persona dal narratore, ma probabilmente frutto di tradizioni arcaiche e inevitabili aggiustamenti.
Ho aperto uno spiraglio: l'approfondimento delle tematiche accennate nelle poche righe precedenti non solo richiederebbe molto più tempo e spazio di quanto mi sia proposto, ma porterebbe anche il discorso terribilmente lontano dalla meta che mi sono prefissato…
E' dunque giocoforza (ancora una volta…) troncare bruscamente le disquisizioni. Questa volta, però, non passo ad altro ma lascio parlare i fatti.
Si parlava di racconti storici: nella tabella seguente vengono riportati, oltre agli eventi meteoritici più famosi e normalmente citati, anche gli episodi meno noti che hanno comunque avuto conseguenze letali.
L'elenco è integrato con gli episodi (anche non gravi) che hanno interessato la nostra penisola.
Questo elenco è quasi completamente tratto dal già citato Rain of Iron and Ice di John S. Lewis (Editore Addison-Wesley - 1997) al quale si rimanda per una panoramica completa nonché per la citazione delle fonti originali dei fatti elencati.

DATA

LOCALITA'

AVVENIMENTO

ca. 1420 a.C.

Israele

mortale pioggia meteoritica

14 gennaio 616

Cina

10 persone uccise da uno sciame meteoritico

anno 679

Coldingham (Inghilterra)

monastero distrutto dal "fuoco dal cielo"

anno 921

Narni (Terni)

caduta di molte pietre dal cielo

1321 - 1368

Distretto di O-chia (Cina)

persone e animali uccisi da una pioggia di meteoriti metalliche - case danneggiate

1369

Ho-t'ao (Cina)

soldati feriti - innescato un incendio

inizio 1490

Ch'ing-yang (Cina)

oltre 10.000 persone uccise da pioggia meteoritica

14 settembre 1511

Cremona

monaco ucciso

anno 1639

Cina

decine di morti per la caduta di una grossa meteorite su un mercato

1633 - 1664

Milano

notizia di un monaco ucciso

1647 - 1654

Oceano Indiano

racconto di 2 marinai uccisi su una barca

24 luglio 1790

Barbotan (Francia)

ucciso un contadino e del bestiame

16 giugno 1794

Siena

colpito senza conseguenze il cappello di un bambino

16 gennaio 1825

Oriang (India)

un uomo ucciso e una donna ferita

14 luglio 1847

Braunau (Boemia)

colpita una stanza nella quale dormono tre bambini: nessuna seria conseguenza

30 giugno 1874

Chin-kuei Shan (Cina)

ucciso un bambino

31 gennaio 1879

Dun-le-Poelier (Francia)

notizia di un contadino ucciso

16 febbraio 1883

Alfianello (Brescia)

maggiore condrite caduta in Italia (228 kg)

5 settembre 1907

Hsin-p'ai Wei (Cina)

Intera famiglia schiacciata

30 giugno 1908

Tunguska (Siberia)

due persone uccise e alcune ferite dall'onda d'urto generata dall'impatto

28 giugno 1911

Nakhla (Egitto)

colpito e ucciso un cane

8 dicembre 1929

Zvezvan (Yugoslavia)

una persona morta per la caduta di una meteorite ad una festa nuziale

16 maggio 1946

Santa Ana (Messico)

28 persone ferite, alcune case distrutte

12 febbraio 1947

Sikhote Alin (Siberia)

meteoriti ferrose - craterizzazione

28 settembre 1969

Murchison (Australia)

colpito un edificio

5 dicembre 1984

Cuneo

fireball brillante come il sole

18 maggio 1988

Torino

colpito un edificio

31 agosto 1991

Noblesville (Indiana - USA)

sfiorati due ragazzi

9 ottobre 1992

Peekskill (New York - USA)

sfondato il bagagliaio di una autovettura

Non è certo difficile notare, pur nella limitatezza di questo elenco, come nel passato si siano verificati episodi estremamente gravi e dalle terribili conseguenze sui quali (senza cadere in facili allarmismi) sarebbe opportuno riflettere ed indagare ulteriormente.
Per il genere umano, dunque, gli effetti della caduta di corpi meteoritici sono dunque tutt'altro che ininfluenti.
E' chiaro che un'analisi di tipo statistico in senso stretto sarebbe impossibile visto che molte notizie sono troppo vaghe per fornire dati accettabili, ma il problema dell'interazione dei corpi planetari con la biosfera terrestre non si limita più solamente ad ere geologiche lontane nel tempo, ma si avvia ad interessare direttamente anche epoche storiche.
Certamente il peso di tale interazione è ben differente da quello che ormai unanimemente gli è stato riconosciuto per i periodi precedenti (basti pensare, per citare l'evento sicuramente oggi più gettonato ma fino al 1975 completamente sconosciuto, alla vicenda dell'impatto di Chicxulub ed alle fondamentali conseguenze per il genere umano…), ma la tabella riportata poc'anzi dovrebbe almeno suggerirci che non è tutto finito e dal cappello a cilindro potrebbe uscire ancora qualche sorpresa.
Ed a questo proposito è fin troppo scontato il collegamento ad un evento molto recente, l'impatto della cometa Shoemaker-Levy su Giove nell'estate del 1994 con il devastante effetto nella densa atmosfera del gigante gassoso: spaventose cicatrici che, pur in presenza dei frenetici rimescolamenti dell'atmosfera gioviana, rimasero visibili per lungo tempo.

La cometa Shoemaker-Levy 9 ha lasciato gigantesche cicatrici su Giove .
Nell'immagine si può notare l'evoluzione delle strutture originate dall'impatto del frammento G (sequenza dal basso verso l'alto).

Vi è anche un secondo elemento che merita una sottolineatura ed è legato all'immaginario collettivo che stenta ad accettare l'idea che si possano verificare cadute meteoritiche multiple, convinzione che, inevitabilmente, porta a classificare i racconti che ne parlano come opera di fervida fantasia.
Il racconto di vere e proprie "piogge di pietre" può invece essere terribilmente rispondente al vero e non unicamente frutto dell'immaginazione di qualche esaltato.
La tabella seguente è tratta da un articolo di G. Cevolani e R. Serra (A caccia delle meteoriti; Nuovo Orione, 61, 34-40; 1997) e riporta le caratteristiche delle più importanti piogge di meteoriti degli ultimi due secoli:

LOCALITA'

DATA

AREA
(km)

NUMERO PEZZI

PESO TOTALE

L'Aigle (Francia)

26/04/1803

2 ´ 4

3.000

40 kg

Stanmern (CSSR)

22/05/1808

13 ´ 4.5

200-300

52 kg

Knyahinya (Ucraina)

09/06/1866

14.5 ´ 4.5

> 1.000

500 kg

Pultusk (Polonia)

30/01/1868

8 ´ 1.5

> 100.000

2 ton

Homestead (USA)

12/02/1875

10 ´ 5

> 100

230 kg

Mocs (Romania)

03/02/1885

14.5 ´ 3

> 3.000

300 kg

Holbrook (USA)

19/07/1912

4.5 ´ 0.9

1.400

218 kg

Sikhote-Alin (Siberia)

12/02/1947

2.1 ´ 1

alcune migliaia

70 ton

Allende (Messico)

08/02/1969

50 ´ 12

molte migliaia

2 ton

Jilin (Cina)

08/03/1976

72 ´ 8.5

> 200

4 ton

Mbale (Uganda)

14/08/1992

8 ´ 5

> 50

> 100 kg

 

Alcuni abitanti del villaggio ugandese di Mbale mostrano uno dei numerosi frammenti caduti il 14 agosto 1992.

Ogni elemento di questa tabella andrebbe considerato con attenzione: non solo la vastità dell'area interessata (si tratta solitamente di un'area ellittica denominata appunto ellisse di dispersione) e il numero di pezzi individuati (si tratta di una ricerca sempre delicata e possibile solamente se viene effettuata con sollecitudine, in modo da non dare il tempo agli agenti atmosferici di alterare la superficie delle meteoriti rendendole in tal modo praticamente indistinguibili dalle rocce terrestri), ma anche il peso complessivo del materiale raccolto.

Ma adesso siamo proprio al termine.
Anche se molte altre cose si potrebbero aggiungere decido di fermarmi qui; sicuramente il paio di lettori affezionati che mi hanno seguito fin qui saranno dispiaciuti, ma non posso non dare ad altri la possibilità di raccontare qualcosa di nuovo, magari in modo più brillante, magari con più precisione, sicuramente non con maggiore passione e impegno di quanto ho cercato di metterci dentro io.
E, con questo, saluto l'unico lettore rimasto (l'altro l'ho perso con l'affermazione precedente…): ci vediamo alla mia homepage, e non dimenticare di scrivermi le tue impressioni.

 

 

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